Vallepicciola: architettura e design che rispettano il territorio per la cantina d’eccellenza nel cuore del Chianti Classico.

Progettata dall’Arch. Margherita Gozzi, la cantina Vallepicciola vanta dimensioni ragguardevoli: sono 6.000, infatti, i metri quadrati suddivisi sui tre piani che la compongono, di cui due seminterrati, che si trovano incastonati in quella conca naturale tra la Strada Comunale 16 e la Provinciale 9 che ha dettato le regole del progetto. Quali i principi cardine della costruzione? Rispetto e coerenza verso il paesaggio circostante.

Vallepicciola è una realtà vitivinicola molto vasta oltre che una tra le più rappresentative del territorio. Ad essere vasti, però, non sono solo i 105 ettari di vigneto che la circondano ma anche le dimensioni della struttura stessa: 6.000 metri quadrati suddivisi su tre livelli incastonati con estrema maestria tra la strada Comunale 16 e la Provinciale 9, in una conca naturale che sembrava esserle predestinata. Per l’Arch. Gozzi, nella realizzazione del progetto, sono stati fondamentali il rispetto per il territorio e la coerenza con il paesaggio circostante, pilastri da cui è derivata grande sinergia col luogo in cui sorge; altrettanto essenziali le scelte attuate in ambito di sostenibilità e quelle che hanno assicurato massima durata temporale, efficienza e resistenza all’intera struttura.

In fase di costruzione «sono stati selezionati e hanno preso parte ai lavori imprese e fornitori, locali e non, con comprovata esperienza nell’ambito delle cantine» racconta l’Arch. Gozzi, mentre «per ciò che riguarda i materiali utilizzati, si è tenuto conto delle funzionalità che avrebbero assunto le varie aree della cantina, sia interne che esterne» optando quindi per la pietra, utilizzata per realizzare il rivestimento della struttura e recuperandola dallo scasso per l’impianto dei vigneti, il legno, quest’ultimo utilizzato prevalentemente nelle aree di accoglienza, il ferro e l’acciaio, destinati per lo più ai piani di lavorazione. Altri materiali utilizzati sono il cotto, per alcune aree nobili, il clinker, una ceramica molto resistente, per le più grezze, destinate al passaggio di auto e mezzi pesanti. Dal tetto, inoltre, sono stati ricavati dei prati, principalmente allo scopo di creare maggiore continuità con la natura che circonda la struttura. Nel complesso si è trattato di elementi che ben rispecchiano la tradizione locale. «Siamo stati molto attenti anche all’aspetto della sostenibilità, dando vita a una realtà ad impatto zero» grazie infatti all’impianto a cippato è possibile riscaldare l’acqua, grazie a quello fotovoltaico viene prodotta energia elettrica e tramite un altro impianto si riesce a recuperare la CO2 che si forma in cantina. In aggiunta, Vallepicciola è fornita di un ciclo di recupero degli scarichi nel quale confluisce l’acqua che, dopo essere stata depurata e filtrata, viene immessa in cisterne e riutilizzata per l’irrigazione. All’interno della cantina, in cui sono stati pensati ambienti destinati all’hospitality, alle degustazioni e alle riunioni, si ritrova un design moderno, uno stile più decorativo e accogliente.

Dei tre piani di Vallepicciola due sono interrati, elemento fondamentale che fa rientrare la struttura in quel ramo dell’architettura definito organico e che si pone l’obiettivo di promuovere un corretto ed equilibrato inserimento della struttura nell’ambiente che la circonda, ma non solo: le permette di presentare la sua grandezza con estrema discrezione e in modo poco percepibile, motivi di grande soddisfazione per l’architetto e l’azienda tutta. Vanta, inoltre, un’atmosfera unica grazie alle vigne che la circondano, dal fortissimo potere comunicativo e che, proprio per questa ragione, non sono state in alcun modo intaccate.

Erika Quagliara
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