70 anni di Cima Coppi: il Bella Vista di Trafoi ricorda il Giro d’Italia 1953 con una mostra fotografica sullo Stelvio.

A Trafoi, la famiglia del campione di sci Gustav Thöni celebra un altro grande campione dello sport azzurro, anzi il “Campionissimo”. in occasione dei 70 anni dall’impresa sportiva di Fausto Coppi sullo Stelvio, sarà inaugurata, sabato 24 giugno, una mostra all’aperto lungo il 46° tornante del versante altoatesino del passo, proprio di fronte allo storico hotel Bella Vista, punta di diamante degli Stelvio Hotels.

È il 1° giugno del 1953 e Fausto Coppi vince la tappa sullo Stelvio, che gli permette di aggiudicarsi la quinta e ultima vittoria del Giro d’Italia: partenza da Bolzano, arrivo a Bormio, in mezzo quarantotto tornanti da scalare sul versante altoatesino e quaranta di discesa su quello lombardo. Da allora, da quella memorabile scalata del ciclista passato alla storia come “l’Airone”, il Passo dello Stelvio con i suoi 2.757 m di altitudine è la Cima Coppi per antonomasia, mentre di anno in anno il titolo viene attribuito al punto più alto toccato dal Giro d’Italia.

er ricordare e raccontare la storia di Fausto Coppi e di quella tappa che ha segnato la storia del ciclismo italiano, l’hotel Bella Vista, della famiglia del campione di sci Gustav Thöni, allestirà una mostra all’aperto intitolata “1953-2023: 70 anni di Cima Coppi”. Le fotografie dei campioni del Giro d’Italia 1953, Fausto Coppi, Hugo Koblet, Pasquale Fornara e Gino Bartali, saranno esposte lungo il 46° tornante della strada del Passo dello Stelvio, di fronte all’hotel Bella Vista, silente spettatore di quella straordinaria impresa ciclistica, passata alla storia come il “Duello dei giganti”. La mostra, che verrà inaugurata sabato 24 giugno, sarà aperta liberamente al pubblico per tutta l’estate.

IL “DUELLO DEI GIGANTI”: LA SFIDA TRA HUGO KOBLET E FAUSTO COPPI SULLO STELVIO
La tappa Bolzano-Bormio del Giro d’Italia 1953 prese il via alle 13:15 del 1° giugno 1953, in una giornata dalle condizioni climatiche incerte e venti fortissimi, con il rischio di trovare una bufera in vetta allo Stelvio. Le cronache sportive dell’epoca raccontano che a Trafoi, proprio nel passaggio di fronte all’hotel Bella Vista, il gruppo fosse ancora compatto: fu poco dopo che iniziò la vera “battaglia”. A 12 chilometri dalla vetta, Nino Defilippis scattò in avanti, provocando la reazione dello svizzero Hugo Koblet, fino a quel momento "maglia rosa" del Giro. Lo “scalatore” Coppi iniziò dunque la sua volata, certo di poter guadagnare chilometri di vantaggio su Koblet, noto invece per la sua velocità in discesa: superando tutti, l’Airone guadagnò la prima posizione, distaccando il ciclista svizzero di ben 4 minuti e mezzo sul punto più alto del Passo dello Stelvio, con una grandiosa scalata che meravigliò ed emozionò tutti i cronisti dell’epoca. Come prevedibile, nella discesa verso Bormio Hugo Koblet iniziò a guadagnare terreno nei confronti di Coppi, ma la troppa audacia lo fece cadere ben 2 volte sui tornanti del versante lombardo. A 7 chilometri da Bormio, la corsa di Koblet si interruppe per una foratura: nonostante il rapido intervento della squadra per sostituire la ruota, il ritardo accumulato segnò la fine del suo Giro. Coppi era ormai già al traguardo, accolto da una folla in visibilio.

Con un tempo complessivo di 118 ore, 37 minuti e 26 secondi, Fausto Coppi si aggiudicò il suo quinto Giro d’Italia, a 13 anni di distanza dal primo. Hugo Koblet, che aveva indossato la “maglia rosa” per ben 12 tappe, finì per classificarsi secondo con 1 minuto e 29 secondi di distacco, con Pasquale Fornara sul gradino più basso del podio con 6 minuti e 55 di ritardo. Il grande rivale di Coppi, Gino Bartali, si classificò al quarto posto con oltre 14 minuti di distacco. Lo Stelvio aveva dunque pronunciato la sua sentenza.

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Alessia Telese
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